L’economia circolare svolge un ruolo cruciale nel contenere le importazioni di materie prime critiche. Secondo quanto riportato nel position paper intitolato “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”, presentato da The European House Ambrosetti in collaborazione con Iren, una multiutility attiva nei settori strategici dell’energia, dell’acqua e dell’ambiente, si stima che entro il 2040 possa soddisfare quasi un terzo del fabbisogno annuo italiano.
Attualmente, il fabbisogno italiano di materie prime strategiche ammonta a 2.782 tonnellate (dati del 2020), tuttavia, se si prevede uno sviluppo tecnologico in linea con gli obiettivi energetici europei, tale cifra aumenterà fino a 11 volte entro il 2040. L’impiego di materie prime critiche riveste un ruolo fondamentale nelle tecnologie dei settori energetici e digitali.
Per far fronte a questa crescente domanda, diventa essenziale adottare soluzioni politiche volte a garantire un approvvigionamento sicuro e resiliente. In questo contesto, il recupero e il riciclo possono svolgere un ruolo determinante per fare la differenza.
Secondo il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, i risultati della ricerca dimostrano che l’aumento degli impianti per il recupero e il riciclo delle materie prime critiche rappresenta l’azione più urgente da intraprendere per garantire la sicurezza del sistema economico italiano.
Una delle principali criticità da affrontare è la concentrazione delle forniture. Attualmente, il 56% delle materie prime critiche utilizzate in Europa proviene dalla Cina. Se questo flusso si interrompesse entro il 2030, sarebbero a rischio 241 GW di energia eolica (47% del totale) e 33,8 milioni di veicoli elettrici (66% del totale).
L’economia circolare, come indicato nel documento, rappresenta un’opportunità ad alto potenziale. In particolare, considerando i volumi in aumento delle tecnologie a basse emissioni di carbonio che raggiungeranno la fine del ciclo di vita, si prevede che lo stock di prodotti riciclabili possa aumentare di 13 volte entro il 2040.
Nel 2040, l’economia circolare potrebbe fornire fino a un terzo delle materie prime critiche. Il riciclo potrebbe soddisfare dal 20% al 32% del fabbisogno annuo italiano di materie prime strategiche entro il 2040, mentre il target europeo del 15% potrebbe essere raggiunto già nel 2030.
Tuttavia, per raggiungere tali percentuali, è necessario aumentare il numero di impianti in grado di recuperare e riciclare le materie prime. Secondo lo studio condotto da The European House Ambrosetti, in Italia saranno richiesti 7 impianti per valorizzare i prodotti contenenti materie prime critiche, con un investimento totale di 336 milioni di euro.
Luca Dal Fabbro ha aggiunto che Iren svolgerà un ruolo di primo piano in questo ambito. Grazie alla gestione diretta di circa 60 impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, tra cui linee innovative per il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), Iren sarà in grado di contribuire in modo significativo. Inoltre, entro il 2030, è prevista la realizzazione del primo impianto italiano completamente dedicato al recupero di materie prime critiche.