Nell’epoca attuale, caratterizzata dalla crescente necessità di soluzioni energetiche sostenibili e dall’elettrificazione dei veicoli, le batterie al litio-ionico (LIBs) sono diventate la tecnologia leader nello stoccaggio dell’energia. Tuttavia, la loro diffusione massiccia ha portato a significativi problemi di smaltimento al termine del ciclo di vita, con rischi di sicurezza e potenziali impatti ambientali.
Le ricercatrici Antonella Cornelio, Alessandra Zanoletti ed Elza Bontempi dell’Università degli Studi di Brescia, autrici dell’articolo “Recent Progress in Pyrometallurgy for the Recovery of Spent Lithium-Ion Batteries: A Review of State-of-the-Art Developments” sottolineano l’importanza cruciale di adottare tecnologie di riciclo adeguate. Questo non solo per proteggere l’ambiente, ma anche per garantire l’utilizzo responsabile e la conservazione di risorse preziose come litio, cobalto e grafite, particolarmente critici per le LIBs.
In questo contesto, si è sviluppato un metodo rivoluzionario e trasformativo come approccio promettente nel recupero delle batterie al litio-ionico: la tecnologia della pirometallurgia.
La pirometallurgia si basa sull’uso di temperature elevate per recuperare metalli preziosi. A temperature più basse, i processi comportano transizioni di fase e modifiche strutturali, mentre a temperature elevate, le reazioni chimiche svolgono un ruolo più prominente.
Gli sviluppi più recenti, in particolare quelli basati su tecnologie a microonde, offrono tempi di processo più brevi e un consumo energetico ridotto, promettendo di apportare progressi significativi nell’industria del riciclo e di ridurre l’impatto ambientale del recupero delle batterie esauste.
L’articolo esamina dettagliatamente le tecniche di pirometallurgia per il riciclo delle LIBs esauste, concentrandosi sui risultati più recenti e sugli sviluppi chiave.